Eleonora Duse (1858 -
1924)
Elonora nasce a Vigevano da una famiglia di attori
girovaghi e raggiunge la popolarità come attrice nel 1878 al Teatro dei Fiorentini di Napoli. Allora aveva
già avuto un figlio dalla relazione con Martino Cafiero e una figlia, dal matrimonio con l'attore Tebaldo
Cecchi, il quale abbandona l'infedele moglie nel 1885, dopo le scandalistiche relazioni con altri uomini della
scene, quali Falvio Andò e Arturo Dotti (ancora minorenne). Dal 1883 l'attrice gode del sostegno di Arrigo
Boito, che la raccoglierà sofferente alla fine della relazione con d'Annunzio nel 1904. Il primo incontro
con Gabriele risale al viaggio veneziano del 1894, organizzato da Angelo Conti e Adolfo De Bosis in compagnia di
Georges Hérelle, ma i biografi datano al 26 settembre del 1895 l'inizio della relazione amorosa che, non
senza interruzioni, si protrasse per più di otto anni. La Duse ebbe un'importanza fondamentale per l'opera
letteraria dannunziana, introducendo il Vate alla drammaturgia e diffondendone la fama in Europa e oltre oceano.
La relazione fu trasfigurata dal poeta nel Fuoco, non senza le critiche degli amici e ammiratori della
Duse. Per favorire la riconciliazione con l'attirce in seguito alla rottura dell'autunno 1896, quando d'Annunzio
le antepose Sarah Bernhardt per la rappresentazione francese della Ville morte, il Poeta scrisse il Sogno
d'un mattino di primavera, seguito dal Sogno d'un tramonto d'autunno. Anche La Gloria, La
Gioconda e La Francesca da Rimini risentono della convivenza con la Duse. Dal marzo del 1898, per
avvicinarsi alla dimora di Settignano, dove Eleonora abitava, d'Annunzio affittò l'attigua villa
trecentesca La Capponcina, riarredandola secondo il proprio gusto. Negli anni successivi, d'Annunzio seguì
la Duse solo saltuariamente in tourné in Italia e all'estero, consolandosi con altre amanti durante
l'assenza dell'attrice. Nel 1904, in seguito all'ennesimo episodio di gelosia, l'attrice abbandonò l'amante
infedele dopo avergli sacrificato gran parte delle proprie risorse umane e finanziarie. Nel 1909, dopo cinque anni
di silenzio, d'Annunzio riprese a scriverle proponendogli vanamente la rappresentazione della Fedra e
inaugurando un nuovo rapporto epistolare. Purtroppo, per volontà della Duse, il carteggio con d'Annunzio fu
distrutto, ad eccezione di frammenti rimasti alla figlia Enrichetta che, raccolti presso la Fondazione Cini,
vennero pubblicati in G. D'ANNUNZIO, Carteggio inedito d'Annunzio - Duse, a cura di P. NARDI, Firenze, Le
Monnier, 1974. L'ultimo casuale incontro fra il poeta e la diva risale al 1922, due anni prima della morte
dell'attrice, aiutata dal Poeta nei suoi travagli finanziari degli ultimi anni di vita.
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